Lunedì scorso abbiamo avuto l’opportunità di partecipare al webinar presentato da Jim Davenport, produttore di latte dello stato di New York e membro del National Mastitis Council, ospitato dalla rivista leader di settore negli USA, Hoard’s Dairyman.

Jim Davenport ha condiviso gli strumenti utilizzati nel suo allevamento, Tollgate Farm, per garantire che solo il latte di altissima qualità vada nel tank. Tollgate è una delle 10 aziende da latte a conduzione familiare che producono il latte per Hudson Valley Fresh Dairy, una realtà locale che offre latticini (latte, panna, yogurt) ai consumatori americani con una particolare attenzione alla freschezza e alla qualità.

Hudson Valley Fresh vende i suoi prodotti anche nella città di New York.

Jim è un allevatore di vacche da latte di quarta generazione. Si è laureato in ingegneria presso l’Università del Connecticut e ha lavorato come DHI supervisor per alcuni anni prima di tornare in agricoltura, dove il suo cuore è sempre stato.

L’attenzione ai dettagli ha permesso all’azienda di famiglia di essere riconosciuta con i premi platino per la qualità del latte dal National Mastitis Council. L’unico produttore di latte USA ad averlo mai fatto (scopri di più cliccando qui).

Diamo un’occhiata a qualche informazione su Tollgate, che si trova ad Ancramdale dal 1993. Ci sono 64 vacche in mungitura a Tollgate. La mandria è composta da 70 Holstein, con alcune Ayrshire discendenti dalla mandria del nonno di Jim avviata negli anni ’30.

La famiglia gestisce 140 acri e ha iniziato a conferire il latte alla cooperativa Agri-Mark nel 1986. L’impegno è rivolto alla massimizzazione del foraggio nella razione del bestiame (<70% di dieta a base di foraggio aziendale). Il latte ha un’interessante conta di cellule somatiche (SCC) media – 33.683 cell/ml dai dati della cooperativa Agri-Mark 2020.

Cosa fare per fare in modo che le vacche producano latte pulito? Ecco i punti su cui riflettere:

  • l’ambiente della vacca deve essere una zona libera da rischi;
  • gli allevatori dovrebbero conoscere lo stato di salute della mammella di ogni vacca;
  • il capezzolo della vacca è la superficie di contatto con il latte più importante in stalla;
  • il dipping svolge un ruolo strategico nell’igiene.

A Tollgate, la famiglia presta grande attenzione alla pulizia della stalla. Qui è dove le vacche trascorrono generalmente molto tempo, quindi dovrebbe sempre essere un ambiente pulito e asciutto – un duro nemico per i batteri.

Nell’azienda di Jim, rimuovere lo sporco, investire molto nei materiali freschi per la lettiera ed eseguire una buona manutenzione della stalla sono azioni chiave per rendere l’ambiente ostile ai microrganismi. Vale la pena notare che qui le vacche trovano ogni mattina, dopo essere tornate dalla mungitura, una lettiera rinnovata, fresca ed asciutta, ed un ambiente pulito.

Al di fuori di Tollgate, quando Jim era un DHI supervisor ha avuto l’opportunità di controllare oltre 70 mandrie, e due di queste appartenevano a due grandi allevamenti (3000 capi in mungitura) con SCC davvero bassa.

Cosa avevano in comune queste grandi aziende da latte? Attenzione alla pulizia, effettuata quotidianamente con manutenzione della stalla ogni giorno, ed uno sguardo costante all’igiene della mammella.

La superficie a contatto con il latte più importante in azienda è il capezzolo della vacca. A Tollgate, la mammella di ogni vacca è sempre discretamente pulita: questo è dovuto all’attenzione all’igiene della mammella prima e dopo la mungitura.

La salute della mammella merita attenzione. Condurre correttamente il California Mastitis Test (CMT) aiuta ad identificare i principali problemi con buona accuratezza a livello di quarto. A Tollgate, il CMT viene utilizzato per controllare tutte le vacche fresche prima che il latte entri nel tank. Ci vuole tempo per familiarizzare con il CMT, è una questione di pratica ed esperienza.

Quando la vacca non mostra un buon risultato al CMT, il latte viene sottoposto a test microbiologico. Il 65% dei risultati è negativo: la vacca sana e con un robusto sistema immunitario sono aspetti che aiutano, anche in caso di terapie quando sono necessarie.

La cosa che Jim vuole conoscere di ogni vacca è la SCC individuale: questo valore influenza la SCC del latte di massa ed è un indicatore importante dello stato di salute della mammella in ogni vacca.

A Tollgate, non ci sono grossi problemi con i patogeni: E. coli e Klebsiella sono estremamente rari, mentre ci sono stati alcuni problemi con dei gram-negativi e nessun microrganismo ambientale presente.

Anche le cose da fare prima e dopo la mungitura sono importanti per produrre un latte pulito. Il primo passo nell’azienda di Jim, prima dell’eliminazione dei primi getti di latte, è controllare le mammelle di ogni vacca. Il punto è rilevare l’umidità e lo sporco afferrando il capezzolo ed osservandolo, ed eventualmente rimuovendo lo sporco indesiderato.

Quindi si procede con la routine di mungitura: si eliminano i primi getti di latte, quindi si effettua il pre-dipping con un prodotto apposito. Dopo aver atteso circa 60 secondi, si asciuga il capezzolo con carta assorbente e poi si attacca il gruppo di mungitura con minima o nulla presa d’aria: il gruppo va posizionato correttamente per un’uniforme erogazione del latte. Infine, si rimuove il gruppo quando il vuoto è stato completamente rilasciato; infine, avviene il post-dipping.

Un corretto dipping è fondamentale poiché aiuta l’allevatore a rimuovere ed uccidere eventuali batteri presenti. L’obiettivo a Tollgate è quello di attaccare il gruppo di mungitura a capezzoli perfettamente puliti.

La routine di lavaggio avviene sugli strumenti usati per controllare le vacche (paletta per il CMT) e il contenitore del dipping. Il prodotto utilizzato rimanente viene buttato via, mentre il prodotto non utilizzato viene conservato in buone condizioni ambientali.

Jim ci ha dato una buona idea dell’importanza del capezzolo della vacca come superficie di contatto con il latte.

Immaginate di essere dei microrganismi, attaccati al capezzolo, e di essere affamati, assetati e in un ambiente asciutto ed ostile. Poi arriva il prodotto per il dipping che vi sciacqua via, mentre lo iodio ossida la vostra parete cellulare fino a farvi scoppiare.

Essere nei “panni dei batteri” in questo caso non sarebbe una bella sensazione: quindi, nelle nostre stalle dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per mettere in difficoltà i batteri.

Non è astrofisica, ma ci vuole attenzione“, direbbe Jim. Ancora di più se gestiamo un allevamento biologico.

 

Copyright: Hoard’s Dairyman March 2021 Webinar by Jim Davenport