Come accade per altre patologie, l’incidenza della mastite è influenzata da fattori ambientali e climatologici. Pertanto, in particolari momenti dell’anno, come in primavera, c’è un maggior rischio di picchi di cellule somatiche nel latte legati a tutta una serie di fattori di stress per la bovina da tenere sotto controllo.
Tra questi fattori, quelli legati all’andamento stagionale riguardano le correnti d’aria, gli sbalzi di temperatura, il clima umido, gli sbalzi di umidità concomitanti a temperature tiepide (sbalzi secco/umido). Si tratta di fattori in grado di influenzare negativamente la produzione e riproduzione nella bovina da latte. Insomma, tutto quello che stiamo vivendo in questi giorni di primavera.
Cosa fare per tenere a bada i picchi primaverili di cellule somatiche? Diamo un’occhiata agli effetti dei singoli fattori sulle bovine per trovare qualche soluzione di mitigazione dei rischi che portano a mastiti in primavera.
Si tratta di intervenire prima di tutto sulla gestione dell’ambiente che ospita la nostra mandria, garantendo sempre igiene e benessere al fine di proteggere la salute animale.
Avere una corretta ventilazione durante tutto l’anno è estremamente importante dal momento che le vacche sono sensibili al microclima che si instaura in stalla.
La vacca da latte è sensibile alle correnti d’aria, specie quelle fredde. È dunque fondamentale adottare soluzioni di contrasto al vento quando è persistente e/o laddove l’esposizione alle correnti è una costante.
In fase di progettazione o ristrutturazione della stalla, terremo conto di questa variabile ragionando bene sull’esposizione delle strutture e sulla tipologia di struttura. Se non abbiamo intenzione di eseguire interventi di costruzione, possiamo mitigare l’effetto del vento con pannelli o elementi mobili come le reti frangivento, che durante i periodi estivi potranno essere usate come reti ombreggianti. Eventualmente, anche delle file di balloni coperte da teli e ben posizionate potrebbero aiutarci a rompere le correnti d’aria.
Una soluzione meno immediata ma altrettanto funzionale è quella di creare delle file di alberi o arbusti frangivento, in grado di spezzare il flusso d’aria che diventa quindi meno fastidioso per le vacche.
Una stalla ben progettata e una corretta ventilazione aiutano a limitare i problemi respiratori nelle bovine. Queste problematiche influiscono sul sistema immunitario, rendendo l’animale più suscettibile anche a potenziali manifestazioni mastitiche.
Oltre alla prevenzione con gli accorgimenti visti sopra ed oltre alla consulenza del veterinario, con la giusta attenzione ai primi segni di mastite, qualora avessimo la necessità di gestire situazioni fuori controllo o comunque migliorabili, possiamo intervenire con OZOLEA-MAST per contenere l’innalzamento di cellule somatiche.
Un ambiente umido è qualcosa di poco gradito alle bovine, ed il rischio, con le giornate piovose in primavera, è elevato. C’è solo una regola per gestire questa problematica: garantire alle vacche lettiere e cuccette pulite ed asciutte. Possiamo tenere a bada l’umidità contenendo il sovraffollamento in stalla, mantenendo la routine di pulizia sempre costante, eventualmente integrando con strumenti e/o prodotti in grado di garantire l’assenza di eccessiva umidità.
I repentini sbalzi termici hanno un impatto sui processi metabolici della bovina, specialmente tra 10 e 25 °C. La bovina ha un suo tempo di adattamento funzionale e metabolico alle variazioni di temperatura. Come sappiamo, alterazioni metaboliche incidono sulla capacità di difesa dell’animale, con potenziali manifestazioni mastitiche.
Anche in questo caso, oltre a creare un microclima costante in stalla ed all’aiuto del veterinario, possiamo intervenire OZOLEA-MAST sui soggetti più suscettibili e che maggiormente influenzano la media di stalla, al fine di tenere sotto controllo eventuali innalzamenti di cellule nel latte in queste delicate fasi di transizione climatica.
Gli sbalzi di umidità associati a temperature tiepide sono le condizioni ideali alla proliferazione dei batteri ambientali che, come sappiamo, sono una delle cause di mastite. Anche in questo caso, l’intervento sarà sulla pulizia delle cuccette e sul rinnovo della lettiera: soprattutto in primavera, stagione che tipicamente presenta gli sbalzi secco/umido, l’attenzione alla pulizia di questi elementi deve essere maggiore.
Per quanto riguarda la mammella, lo sfintere del capezzolo è un punto delicato. La sua funzione è quella di chiudere il canale del capezzolo, permettendo di trattenere il latte all’interno di esso. Questo lo rende un importante meccanismo di difesa a disposizione della vacca contro le infezioni batteriche.
Le combinazioni di fattori ambientali tipici della primavera, in associazione a stress meccanico o ulteriori fattori di sollecitazione, possono causare delle microlesioni in grado di compromettere questa importante funzione e diventando la porta di ingresso di possibili infezioni.
Anche in questo caso, può diventare utile intervenire sui soggetti predisposti proteggendo il tessuto endo-mammario grazie all’uso di OZOLEA-MAST, il cui effetto è anche quello di contribuire a mantenere l’elasticità dello sfintere.
A seconda delle cause dell’aumento delle cellule nel latte, OZOLEA-MAST può aiutare a ridurre i valori alti di cellule somatiche. permette al tessuto intra-mammario di rigenerarsi. I principali effetti indiretti della rigenerazione riguardano sia la riduzione di sfaldamento epiteliale (cellule somatiche di sfaldamento) sia una migliore competenza difensiva contro i patogeni (cellule somatiche derivanti da macrofagi e neutrofili) dovuta alle migliori prestazioni del tessuto integro.
Questo è un processo più lento rispetto ai trattamenti tradizionali, ma i risultati saranno più duraturi e l’infezione avrà meno probabilità di ripresentarsi.