Le alterazioni del latte riflettono il grado di danno fisico al tessuto endo-mammario.
Nelle mastiti cliniche e subcliniche, la barriera emato-mammaria è danneggiata, quindi le giunzioni tra le cellule epiteliali si indeboliscono. Attraverso di esse i componenti del sangue e fluidi extracellulari sfuggono facilmente nel lume dell’alveolo e si mescolano con il latte, aumentandone il pH e le sue proprietà.
Nel latte avremo più ioni, proteine, cellule somatiche – ovvero cellule infiammatorie e cellule epiteliali di sfaldamento.
Sappiamo anche che, con le infezioni alla mammella, le cellule somatiche aumentano nel latte. La conta SCC (somatic cell count) nel latte può essere correlata anche a fattori non microbici che influenzano il tessuto mammario (cambiamenti nelle condizioni ambientali, disturbi nutrizionali, condizioni di stress, microtraumi, etc.).
Una conta SCC inferiore a 200.000 cell./mL è generalmente considerata di alto valore pratico per valutare come sano un quarto mammario.
Il numero di cellule somatiche nel latte è quindi un buon indicatore dello stato di salute della mammella e della qualità del latte. Inoltre, mentre la conta SCC aumenta, la capacità della ghiandola mammaria di produrre latte si riduce1.
In aggiunta a tutto questo, la composizione del latte è influenzata dall’incremento del contenuto di cellule somatiche. In breve, aumenta il livello di proteine del siero di latte (in particolare quelle di origine ematica: sieroalbumina e IgG); aumenta anche la concentrazione di sodio, mentre diminuisce il lattosio. In generale, questo andamento risulta simile nel latte di tutte le specie di ruminanti.
Si verifica un aumento globale del contenuto di proteine e dei composti correlati a causa della risposta di difesa ed infiammatoria. Al contrario, la relativa diminuzione della quantità di caseina dovuta all’attività caseinolitica della plasmina è critica per la lavorazione del latte. Inoltre, si verifica una riduzione del contenuto di grassi come risultato della ridotta capacità sintetica e secretoria della ghiandola mammaria.
Una diminuzione del contenuto di caseina significa ridotta resa di trasformazione.
Contemporaneamente all’aumento delle cellule somatiche, si ha un aumento degli acidi grassi liberi: ciò può essere spiegato come il risultato delle membrane dei globuli di grasso del latte alterate dalle lipasi leucocitarie o dalla plasmina (come per idrolisi delle lipoproteine).
Oltre alla variazione del pH, le proprietà chimico-fisiche (minore acidità titolabile e peggioramento dei parametri di coagulazione) variano influendo negativamente sulla resa di trasformazione e sulla sua qualità.
Di conseguenza, il latte avrà peggiori capacità di coagulazione che portano a una cagliata con minore capacità di trattenere composti utili, come grasso e acqua. Inoltre, anche nel caso in cui il contenuto di proteine e grassi non sia stato alterato dagli enzimi, il latte con un’elevata conta SCC restituirà comunque una minore resa in prodotti.
Tutto quello che abbiamo descritto sopra risulta verificarsi similmente in latte del tank e latte a livello di quarto individuale.
Cosa potremmo fare per ridurre i problemi alla mammella al fine di abbassare le cellule somatiche nel latte? Pensare all’approccio di gestione che implementiamo nelle nostre stalle è la prima cosa da fare. L’attenzione al comfort degli animali, la pulizia dell’ambiente, l’alimentazione, la corretta diagnosi precoce dei segni clinici, la biosicurezza sono alcuni punti chiave.
Quando si tratta di cellule somatiche alte, OZOLEA può essere utile sia per la produzione di latte che per la sua trasformazione.
Si tratta di abbassare la conta SCC. È possibile? Sì, ma vale la pena sottolineare che dipende dalle cause che hanno portato all’aumento di cellule somatiche.
OZOLEA-MAST protegge e supporta il tessuto endo-mammario, dandogli così il tempo di rigenerarsi. Questa rigenerazione autonoma è un processo chiave per la riduzione delle cellule somatiche di sfaldamento e una migliore competenza nella difesa contro i patogeni2 (cellule somatiche derivanti da macrofagi e neutrofili).
C’è dell’altro? OZOLEA-MAST non interferisce con il processo di caseificazione e non se ne trovano tracce nel latte. Ma questa è un’altra storia da raccontare.
1 Cosa ci dicono le alterazioni visibili nel latte
https://www.ozolea.it/it/cosa-ci-dicono-le-alterazioni-visibili-nel-latte/
2 Le mastiti recidive nella bovina da latte: il ruolo dei biofilm microbici
https://www.ozolea.it/it/le-mastiti-recidive-nella-bovina-da-latte-il-ruolo-dei-biofilm-microbici/