Acqua ed allevamenti da latte, che argomento delicato. Per la terza volta discuteremo dell’essere più sostenibili mentre svolgiamo le nostre attività di allevatori da latte e non vi accorgerete che stiamo parlando di sostenibilità.
Abbiamo bisogno di acqua di buona qualità per le nostre colture. È una risorsa essenziale soprattutto durante la fioritura, la formazione dei semi o la maturazione. Quindi, l’irrigazione è una pratica realmente strategica per noi.
Con una migliore gestione dell’uso dell’acqua insieme ad un utilizzo ottimizzato di sostanze nutritive e sostanze chimiche in campo, l’irrigazione può aumentare sostanzialmente la produttività delle colture: quando le colture dispongono dell’irrigazione, generalmente raggiungono rese più elevate rispetto a quando vengono coltivate in condizioni di solo contributo pluviale.
L’acqua è anche il componente principale della dieta delle vacche da latte. L’acqua è utilizzata dall’animale per il trasporto dei nutrienti, la digestione e il metabolismo, l’eliminazione dei rifiuti, l’equilibrio termico e il mantenimento dell’equilibrio ionico e idrico.
Pertanto, anche per il benessere e la salute degli animali, dobbiamo sforzarci di mantenere l’acqua pulita e priva di sostanze chimiche migliorando la gestione globale a molti livelli.
Descriviamo ora una panoramica dei punti critici: può essere una riflessione utile per evidenziare quali azioni richiedono più attenzione in azienda.
Le attività agricole prevedono l’uso di prodotti chimici come pesticidi, input contenenti metalli e medicinali veterinari. I loro effetti sull’ambiente e sulla salute umana sono dovuti alla loro diffusione nell’acqua e all’assorbimento da parte degli organismi acquatici.
Nell’allevamento da latte, i metalli che raggiungono l’acqua possono derivare dall’applicazione di fertilizzanti contenenti metalli, fanghi di depurazione e reflui zootecnici. Possiamo trovare cadmio nei fertilizzanti minerali fosfatici e rame e zinco nei mangimi animali, così introdotti nell’ambiente attraverso lo spandimento del letame oppure con pesticidi contenenti rame e zinco.
I pesticidi possono raggiungere l’ambiente contaminando il suolo, le acque superficiali e le acque sotterranee. Gli organismi acquatici sono esposti direttamente ai pesticidi tramite il dilavamento superficiale o indirettamente attraverso le catene trofiche.
Per quanto riguarda i medicinali veterinari, come gli antibiotici, stiamo acquisendo esperienza e sappiamo che raggiungono i terreni agricoli, le acque superficiali e le acque sotterranee direttamente dai nostri animali (ma anche dall’acquacoltura) o indirettamente quando si spandono i reflui.
L’ultima volta abbiamo discusso di come la biodiversità del suolo, in particolare la biodiversità microbica, abbia un ruolo importante nel mantenimento della qualità dell’acqua.
Le sostanze chimiche non facilmente degradabili penetrano nelle acque superficiali e nelle acque sotterranee. Possono anche essere disperse dall’erosione del vento.
Poiché il suolo, con l’aiuto di vari organismi, filtra e tampona i sopra citati ed altri contaminanti, l’uso razionale dei prodotti chimici secondo le istruzioni del produttore è nostra responsabilità.
Utilizzare le risorse in modo più efficiente significherebbe ridurre la pressione delle sostanze chimiche sull’acqua e preservare la produttività agricola, con vantaggi globali per noi.
Come produttori di latte, possiamo iniziare a migliorare lo stoccaggio e l’applicazione del letame su suolo. I fertilizzanti organici (letame e scarti vegetali) possono migliorare la struttura del suolo e l’attività microbica. Possiamo contribuire all’economia circolare distribuendo il letame poiché andremmo a riciclare i nutrienti incorporati in qualcosa che altrimenti risulterebbe rifiuto.
Abbiamo già discusso l’ultima volta dei limiti dello spandimento del letame: è una questione di buona gestione della mandria da latte (uso responsabile dei medicinali veterinari) e dell’applicazione di adeguate quantità di letame sui terreni.
La gestione del suolo è un altro punto chiave: evitando la compattazione del suolo e minimizzando le lavorazioni (ad esempio, praticando nulla/minima lavorazione), possiamo aumentare la fertilità del suolo, ridurre l’uso di fertilizzanti inorganici, migliorare la ritenzione idrica del suolo e ridurre le condizioni difficili relativi a periodi di siccità.
Possiamo quindi adottare un approccio integrato di pest management. Si tratta di avere una corretta gestione delle colture e del bestiame per la riduzione degli input chimici contro i parassiti e le malattie nelle aziende agricole. E ciò ha molto a che fare con l’acqua.
Infine, possiamo pensare a come ripristinare dei bacini di raccolta delle acque più naturali nel paesaggio rurale e all’interno dei corpi idrici, in modo da migliorare il riciclaggio dei nutrienti, la decomposizione degli inquinanti e lo stoccaggio dell’acqua.
Se vuoi approfondire questo argomento, puoi saperne di più qui: https://www.eea.europa.eu/publications/water-and-agriculture-towards-sustainable-solutions