In alcuni degli articoli pubblicati di recente sul sito web di OZOLEA, abbiamo discusso l’importanza del controllo delle mastiti al fine di migliorare la salute degli animali, la produzione di latte e, quindi, il profitto. In altre parole, dovremmo concentrarci sull’efficienza, ovvero l’uso ottimizzato degli input per una specifica quantità di output – il latte.
Di seguito gli articoli pubblicati da OZOLEA: “Cosa ci dicono le alterazioni visibili nel latte” e “Il primo guadagno è il risparmio… di latte”.
L’impegno per raggiungere tutti questi obiettivi ha anche effetti positivi e benefici sull’ambiente.
Parliamo quindi ancora di sostenibilità senza menzionare mai questa parola. Faremo una semplice sintesi di uno studio scientifico1 condotto in Norvegia (Özkan Gülzari et al., 2018).
Scarse condizioni di salute e benessere animale che portano alla mastite clinica e subclinica possono compromettere l’efficienza produttiva. Ciò accade come risultato di una maggiore mortalità, riduzione della produzione di latte, riduzione della performance riproduttiva e aumento dei tassi di rimonta.
Poiché la mastite è uno dei problemi più difficili da gestire nelle vacche da latte, è stata riconosciuta come un impedimento ad una produzione animale efficiente e realizzabile.
Mastite significa perdite di latte dovute alla riduzione della produzione di latte, prodotto buttato per tempi di sospensione e più vacche perse e sostituite. Inoltre, se la malattia è sotto forma di mastite subclinica, è difficile da rilevare visivamente nella mammella e nel latte.
I ricercatori si sono concentrati sulla mastite subclinica in allevamenti da latte norvegesi. La mastite subclinica è più difficile da individuare visivamente rispetto alla mastite clinica. Proprio per questo motivo c’è più margine di prevenzione e controllo per i casi clinici rispetto ai subclinici.
I casi subclinici possono essere individuati controllando la conta SCC (> 200.ooo cell/ml) e valutando esami microbiologici del latte.
I risultati riportati da Özkan Gülzari et al. (2018) descrivono gli impatti di cinque diversi livelli di conta SCC su produzione di latte, consumo di alimenti zootecnici, tasso di abbattimento e il margine netto (expected net present value, ENPV) ed intensità delle emissioni.
La produzione di latte è diminuita all’aumentare della conta SCC in tutti i casi, riflettendo l’impatto della malattia sulla produzione, come possiamo vedere nella tabella qui a sinistra.
La riduzione del consumo totale di alimenti zootecnici si è verificata con l’aumento della conta SCC. È risultato inferiore nelle vacche primipare (1,4-2,8%) rispetto alle vacche multipare (3,3.-6,6%).
Per i tassi di abbattimento, nell’intervallo da 400.000 a 800.000 cell./ml, c’è stato un incremento con l’aumento della conta SCC (30,9-43,7%), con un impatto sulla longevità media della mandria.
Il margine netto più alto (ENPV) è stato osservato a 200.000 cell./ml. Questo parametro è stato determinato principalmente dalla produzione di latte e dai prezzi di mercato di latte ed alimenti zootecnici.
Una salute animale compromessa implica anche un aumento delle emissioni di gas serra (GHG) prodotte per unità di latte. I risultati per le intensità di emissione sono stati di 1,01 kg e 0,95 kg CO2/kg nelle vacche primipare e pluripare con conta SCC più bassa (50.000 cell./ml), rispettivamente.
Tenere sotto controllo la mastite subclinica, come accade per altre malattie, può essere percepito come una strategia utile sia per migliorare l’uso degli input, sia per ridurre l’intensità delle emissioni degli allevamenti da latte.
Questa era la prospettiva delle aziende da latte norvegesi. Le prestazioni per qualsiasi parametro qui descritto darebbero probabilmente valori diversi a seconda dell’area europea valutata.
Tuttavia, questi risultati possono dare un’idea più chiara delle problematiche alla mammella: fare del nostro meglio nella prevenzione e nel controllo delle malattie in stalla darà i suoi frutti.
E ciò è assolutamente sostenibile.
1Şeyda Özkan Gülzari, Bouda Vosough Ahmadi, Alistair W. Stott. Impact of subclinical mastitis on greenhouse gas emissions intensity and profitability of dairy cows in Norway. Preventive Veterinary Medicine 150 (2018) doi:https://doi.org/10.1016/j.prevetmed.2017.11.021